Fred e George come al solito si trovano a dover scontare una punizione nel freddo e polveroso ufficio di Argus Gazza, il custode di Hogwarts. Era stato Gazza stesso a metterli in punizione, dopo averli sorpresi in un'altra delle loro marachelle: una serie di scherzi che avevano coinvolto i gatti del castello e una miscela di polvere magica che li aveva fatti ruggire. Ora, in attesa che la punizione finisse, i due gemelli cercavano di trovare un modo per divertirsi anche in quel luogo scomodo.
"Ci sono sempre delle cose divertenti in ogni angolo di Hogwarts", disse George, scivolando su una sedia logora. "Basta solo sapere dove guardare."
Fred annuì, guardando la stanza in cerca di qualche segreto. La polvere che copriva gli scaffali di Gazza nascondeva chissà quante cose. Con uno strano sorriso, Fred si alzò e si avvicinò alla scrivania di Gazza, dove si trovavano decine di pergamene e vecchi oggetti, tra cui alcuni che avrebbero potuto essere utili per i loro scherzi.
"George, guarda qui", sussurrò Fred, sollevando un antico rotolo di carta che era nascosto sotto una pila di vecchie lettere. "Non sembrano essere semplici mappe..."
Quando Fred lo srotolò, i suoi occhi si spalancarono. "Non ci posso credere..."
George si avvicinò velocemente. "La Mappa del Malandrino! È davvero lei?"
La mappa era incredibile. Non solo mostrava ogni angolo di Hogwarts, ma rivelava anche i nomi di tutti gli studenti e professori, che camminavano nei corridoi in tempo reale, come se la scuola fosse stata scansionata magicamente. Ogni figura era etichettata con il nome e la posizione esatta, come se fossero sotto sorveglianza costante.
"Questo potrebbe cambiare tutto", disse Fred con un sorriso furbo. "Immagina le possibilità..."
George esaminò più da vicino la mappa, scoprendo che c'era un'iscrizione scritta in un angolo: "Non cercare di usare la Mappa senza il permesso dei Malandrini!".
Fred rise. "Ci faremo passare per dei Malandrini, no?"
Ma poi, con un sorriso che nascondeva un po' di preoccupazione, George si guardò attorno, temendo che Gazza potesse rientrare da un momento all'altro. "E ora? Cosa facciamo con questa? Non possiamo tenerla, potrebbe essere pericoloso."
Fred fece una smorfia. "Diciamo che se dovessimo finire nei guai, almeno avremo modo di scappare senza problemi. Niente punizioni per noi."
I due gemelli decisero di nascondere la mappa nei loro vestiti e di sfruttarla per continuare a fare scherzi in tutta la scuola, ma stavano anche iniziando a capire che quella mappa avrebbe potuto significare molto di più. A partire da quel momento, Hogwarts non sarebbe stata più la stessa per loro.
Fred e George tornati nel loro dormitorio, non riescono a smettere di pensare alla mappa. È troppo affascinante per non utilizzarla, e la tentazione di esplorare la scuola a loro piacimento è troppo forte. Dopo una cena che si è conclusa con uno scherzo ai danni di Gazza, i due gemelli si ritrovano nel loro letto, pronti a entrare in azione.
"Stasera non ci fermerà nessuno, George", disse Fred, mentre sfogliava la mappa con un sorriso malizioso. "Immagina di riuscire a fare il giro della scuola senza che nessuno ci becchi!"
"Immagina tutte le stanze e i corridoi che possiamo esplorare!" rispose George con un'energia contagiosa. "E non dimenticare il più grande vantaggio... possiamo entrare e uscire da dove vogliamo, senza che Gazza o chiunque altro ci becchi."
Uscirono di soppiatto dai dormitori, utilizzando la mappa per localizzare i passaggi segreti e controllando costantemente che non ci siano insegnanti o Prefetti in giro. Sia Fred che George sono abili nel muoversi silenziosamente, ma la mappa è il loro strumento segreto, che rende ogni spostamento più sicuro e divertente.
Mentre si avventurano lungo i corridoi di Hogwarts, arrivano nei sotterranei, dove si trovano le stanze più misteriose e malfamate della scuola. Quando arrivano davanti a una porta che non avevano mai notato prima, la mappa segna un'area che li incuriosisce: "SALA SEGRETA, PRIMA ENTRATA A DESTRA".
"Non c'era mai stata questa stanza nella mappa del castello che abbiamo studiato!" esclamò Fred.
"Sarà sicuramente un posto dove qualcuno ha nascosto qualcosa", rispose George, il suo spirito d'avventura che brillava nei suoi occhi.
Con molta cautela, i gemelli aprono la porta, scivolando dentro. Si trovano in una stanza oscura e umida, illuminata solo dalla debole luce che filtra da una finestra in alto. Al centro, c'è un grande calderone, misterioso e fumante, che sembra essere stato lasciato lì da qualcuno, ma non ci sono segni di chi. Sulle pareti ci sono simboli antichi e scritte in una lingua che i gemelli non riconoscono.
Improvvisamente, sentono dei passi. La mappa segnala "GAZZA – VICINO!".
"Corri!" urla George, mentre i due gemelli si affrettano verso una delle pareti per cercare un modo di fuggire.
Fred esamina la parete e trova un piccolo pulsante nascosto dietro una libreria. Quando lo preme, un passaggio segreto si apre davanti a loro. Entrano nel passaggio e si ritrovano in una serie di tunnel bui.
"Chi avrebbe mai pensato che ci fosse una via segreta qui sotto?" commenta Fred, mentre i due gemelli corrono velocemente.
Proseguono nel passaggio, ma improvvisamente, sentono un rumore alle loro spalle. Si girano di scatto, ma non c'è nessuno. Solo il rumore delle loro scarpe che scricchiolano sul pavimento. La tensione cresce, ma non si fermano. La Mappa del Malandrino continua a segnare che sono al sicuro, e Fred e George si permettono anche qualche risata nervosa.
Quando finalmente arrivano a una piccola stanza che sembra essere un deposito di oggetti dimenticati, si fermano a riprendere fiato. Mentre si guardano attorno, Fred nota qualcosa di strano: un piccolo oggetto dorato che brilla nella penombra.
"Cos'è quello?" chiede Fred, indicando l'oggetto.
George si avvicina e lo prende tra le mani. È una piccola chiave antica, probabilmente persa da qualcuno molto tempo fa.
"Potrebbe essere importante, o potrebbe essere solo un'altra delle stranezze che Hogwarts ci riserva", dice George, ridendo.
Mentre si preparano a tornare indietro, sentono il rumore di un altro passo. Stavolta, è più vicino. I gemelli si guardano e, con uno sguardo di intesa, scivolano nuovamente nel passaggio segreto, facendo attenzione a non fare rumore. Uscendo silenziosamente dalla stanza, la mappa li guida fino a un'altra via di fuga e li riporta nei corridoi principali.
Arrivano sani e salvi al dormitorio, con il cuore che ancora batte forte per l'adrenalina della fuga. Mentre si sdraiano nel letto, Fred sorride, guardando la chiave che avevano trovato.
"Chiunque l'abbia persa, avrà un bel da fare per trovarla", dice Fred. "Ma chissà, magari ci tornerà utile in futuro."
George annuisce, ma c'è una scintilla nei suoi occhi. "Siamo appena all'inizio delle nostre avventure, Fred. E Hogwarts è piena di segreti."
La battaglia infuriava come un uragano in tutta Hogwarts, un frullare di luci verdi, fuochi e urla che scuotevano l'intero castello. I corridoi erano tappezzati di detriti, e i muri, una volta imponenti e maestosi, erano ormai segnati dalle cicatrici della battaglia. L'aria era pesante di fumo e paura, e il cuore di George Weasley batteva più velocemente di quanto avesse mai fatto, come se fosse il suo corpo stesso a tremare sotto il peso insostenibile della realtà.
Era l'ora più buia della sua vita.
Il suo gemello, il suo compagno di vita, il suo migliore amico, Fred, giaceva ormai senza vita in un angolo della Sala Grande, circondato da corpi di nemici e alleati, come se fosse solo un altro cadavere nel mare di morte che li aveva inghiottiti tutti. Un'esplosione aveva spazzato via ogni respiro, ogni sorriso, ogni speranza. Fred era stato travolto senza che George potesse fare nulla per salvarlo, e ora il mondo intero sembrava vuoto, privo di senso.
George camminava come in trance, la sua mente impazzita dal dolore, ma il suo corpo continuava a lottare, come se non avesse mai smesso di farlo. Colpiva senza guardare, lanciava incantesimi a caso, mirando ai nemici che non vedeva nemmeno. Il suono della sua bacchetta che si scagliava nell'aria era l'unico rumore che riusciva a sentire, ma anche questo, alla fine, sembrava sfumare nell'eco della sua mente, lontano e incomprensibile.
Ogni volta che alzava lo sguardo, si ritrovava a cercare Fred. La sua mente, però, non poteva accettare la verità. Non poteva credere che fosse vero, che non ci fosse più. La battaglia, che ormai si svolgeva in un fragore incessante, non riusciva a distrarlo dal pensiero che Fred fosse andato per sempre, che la sua metà, quella che gli dava forza, che lo faceva ridere nei momenti più bui, fosse sparita.
Un grido lo svegliò dal suo torpore. Un gruppo di Mangiamorte si stava avvicinando, ma George non si preoccupò. Non gli importava più. Aveva perso la sua ragione di combattere. Cosa importava ora di chi vincesse questa guerra? Il suo gemello non c'era più.
Improvvisamente, la figura di Ginny gli apparve davanti, cercando di proteggerlo, di fermarlo.
"George, devi stare con noi! Non puoi farti prendere dalla rabbia! Fred... Fred non vuole che tu faccia questo!"
Il volto di Ginny era rigato di lacrime, ma George non riuscì a rispondere. Il suo cuore era troppo pesante. La sua mente era troppo piena di ricordi di Fred, del loro negozio, delle loro risate, dei loro piani, delle loro malefatte. Non c'era nulla che potesse riempire il vuoto che si era creato dentro di lui. Nessuna parola, nessun incantesimo, nessuna vittoria. Il mondo senza Fred era un posto che George non riusciva nemmeno a riconoscere.
"Non riesco a farlo, Ginny," sussurrò con voce rotta. "Non posso farcela senza di lui. È tutto finito."
La sua voce tremava mentre guardava sua sorella. Il dolore che provava non si poteva spiegare. La battaglia che stava ancora combattendo sembrava lontana, inutile, insignificante. Quello che aveva perso era ben più grande di tutto il resto.
Ginny lo guardò per un momento, il suo viso dipinto di preoccupazione, ma George non riusciva a concentrarsi su di lei. Non riusciva a concentrarsi su nulla. All'improvviso, il peso della sua solitudine lo schiacciò con una forza insostenibile.
Nel frattempo, i mangiamorte si stavano avvicinando, ma George, senza un obiettivo, senza una causa, si alzò e, con un'espressione vuota e rabbiosa, si gettò in mezzo al caos. Ogni incantesimo che lanciava era come un tentativo di scacciare un fantasma che non riusciva a dissolversi. Ogni incantesimo che sferrava lo portava sempre più lontano dalla persona che aveva amato per tutta la vita.
Quando la battaglia finì, il castello non era più lo stesso. Le voci dei sopravvissuti si mescolavano tra loro, ma per George non c'era nulla da dire. Non c'era niente che potesse riempire il buco che si era creato nel suo cuore.
Fred non era più là. Non c'era più nessuna risata che riempiva la stanza. Non c'era più nessuna spalla su cui appoggiarsi. Non c'era più nessuna promessa che fosse rimasta da mantenere.
Quando si ritrovò al fianco del corpo di Fred, George si inginocchiò, con la testa tra le mani. Il peso della sua disperazione lo travolse come un fiume in piena, e le lacrime, che si erano rifiutate di uscire fino a quel momento, finalmente cominciarono a scorrere, come un torrente che non poteva più essere fermato.
"Non so come farò senza di te, Fred," mormorò, mentre la battaglia intorno a lui sembrava svanire, lasciando solo il silenzio e il vuoto della sua solitudine. "Non so come."
E per la prima volta in tutta la sua vita, George Weasley si sentì davvero solo.