In un tempo remoto, i goblin vivevano pacificamente, dedicandosi all'arte della lavorazione dei metalli e alla costruzione di fortezze maestose. La Gringott, situata in un luogo che sarebbe poi diventato Londra, era una di queste roccaforti: non una banca, ma un baluardo imponente dove i goblin custodivano metalli preziosi, simbolo della loro prosperità e ingegno. La Gringott era un capolavoro di architettura goblin, con dettagli e protezioni magiche uniche, un luogo destinato a rimanere un segreto per molte generazioni.
Quando i maghi iniziarono a stabilire contatti con i goblin, sembrava esserci il potenziale per una relazione fruttuosa. I goblin avevano accesso a risorse preziose e abilità artigianali senza pari; i maghi erano interessati a commerciare questi beni e ad avere alleati con un’abilità magica unica. Tuttavia, i rapporti presto si deteriorarono. I maghi, abituati ad avere il controllo, faticavano a rispettare l'indipendenza e il valore dei goblin. All'inizio, ci furono piccoli dissapori, con contratti violati e pagamenti incompleti; ogni inganno creava una crepa più profonda nella fiducia tra le due razze.
L'episodio più significativo di questa rivalità fu la creazione della spada di Godric Grifondoro. La leggenda goblin narra che la spada, forgiata con metallo purissimo e incantata per assorbire solo ciò che la rendeva più forte, era una delle loro creazioni più ambiziose. Tuttavia, i goblin sostengono che Godric non rispettò i patti e pagò meno del dovuto, trattando i goblin come semplici artigiani e non come alleati. Questo tradimento divenne un simbolo dell'ipocrisia dei maghi e si tramutò in una storia tramandata di generazione in generazione tra i goblin, alimentando un odio profondo verso i maghi.
Tuttavia, l'incertezza persiste: è possibile che la versione goblin non sia tutta la verità e che, in realtà, Grifondoro abbia onorato i suoi obblighi. I maghi, da parte loro, raccontano una versione in cui i goblin esigono un controllo assoluto sulle loro creazioni e sono incapaci di accettare una visione collaborativa. Questa ambiguità storica rafforza il rancore tra i due popoli, ciascuno convinto di essere stato vittima dell'altro.
Con il passare degli anni, l'incidente della spada di Grifondoro divenne il simbolo della lotta dei goblin per il rispetto e la libertà, cementando una tradizione di diffidenza e ostilità che continuò a definire i rapporti tra maghi e goblin fino ai tempi moderni.
La crescente frustrazione dei goblin, alimentata dalla loro lunga oppressione e dalla continua esclusione dal diritto di usare bacchette magiche, abbia portato a una serie di rivolte. Questo diventa il punto di rottura definitivo tra i goblin e i maghi.
I goblin, che da tempo avevano visto la magia come un mezzo per poter affermare la loro potenza, erano ormai esausti di essere trattati come esseri inferiori. Con l'esclusione dal possesso delle bacchette, una simbolica e pratica privazione della loro autonomia magica, cresceva il desiderio di ribellarsi contro chi li aveva sempre trattati con disprezzo. L'idea di usare una bacchetta magica non era solo un desiderio di potere, ma il riconoscimento di un diritto, un atto simbolico di uguaglianza rispetto ai maghi.
Dunque, i goblin, già bruciati dalle esperienze passate con i maghi, non solo si sollevarono contro di loro, ma tentarono di impossessarsi delle risorse magiche più potenti. Questo periodo di violenza culminò in numerose rivolte e scontri, alimentati dal risentimento accumulato nel corso dei secoli. Tuttavia, i maghi, uniti nel loro odio verso i goblin e forti della loro abilità nel maneggiare la magia con le bacchette, dominarono i conflitti, reprimendo duramente ogni tentativo di ribellione.
Questa triste storia mostra la tensione tra le razze e il razzismo che i goblin subivano, contrastato dalla loro crescente determinazione a liberarsi da un sistema che li marginalizzava costantemente. I maghi, purtroppo, non vedevano il diritto di una razza di utilizzare bacchette magiche come uguale al loro, sottolineando la disparità nel trattamento tra le razze.
Unci-Unci si trovava nel cuore di una delle stanze più fredde e anguste della Gringott, i suoi occhi arrossati dalla paura e dalla disperazione mentre cercava di nascondere la spada di Godric Grifondoro. Non aveva mai immaginato che quella piccola impresa potesse costargli la vita. Nonostante il patto con Harry Potter, non era riuscito a trattenersi. L’avidità e la brama di potere avevano preso il sopravvento, come avevano fatto da sempre con i goblin.
Il suo cuore batteva forte nel petto mentre il suono dei passi rapidi del Signore Oscuro si avvicinava. Il terribile mago, furioso per la perdita del suo tesoro, lo stava cercando. Unci-Unci tremava al pensiero di ciò che lo attendeva. Gli occhi del Signore Oscuro brillavano di una furia tanto intensa che sembrava che l'intera Gringott tremasse sotto il suo potere.
La paura lo paralizzava, ma Unci-Unci sapeva che non avrebbe avuto scampo. "Traditore," sussurrò il Signore Oscuro, con un ghigno di odio. Unci-Unci si rannicchiò, riconoscendo la verità nelle parole del mago oscuro. Il suo popolo, che aveva sempre vissuto nell'ombra, aveva ceduto troppo facilmente a un inganno: quello di credere che potessero mai essere alla pari dei maghi. La sua razza, sempre emarginata e discriminata, si era abbassata al livello dei maghi, giocando con le stesse regole dei loro oppressori, e ora ne pagava il prezzo.
Il goblin rifletté sull’ironia di tutto ciò: lui, che aveva rubato la spada che un tempo rappresentava l’onore, la forza e la nobiltà, stava ora per pagare con la propria vita per una lotta che non aveva mai vinto. Aveva scelto il lato sbagliato della storia, illudendosi che fosse possibile ottenere qualcosa di diverso dal conflitto. Il pensiero di Harry Potter, l’unico mago che avesse mostrato qualche briciola di compassione, lo colpì come un lampo. Se solo avesse avuto più tempo, forse avrebbe potuto fare la cosa giusta.
La luce verde della maledizione Avada Kedavra illuminò il buio della stanza. Unci-Unci cadde a terra, il corpo ormai privo di vita, ma il suo spirito sembrò sfuggire al controllo della morte per un momento. La spada di Grifondoro, come se avesse sentito il richiamo del suo legittimo proprietario, si dissolse in un lampo di luce, pronta a tornare nel Cappello Parlante, in attesa di un altro eroe.
La fine di Unci-Unci non segnò solo la sua morte, ma anche una parte della storia dei goblin, che avevano lottato per troppo tempo, credendo di poter essere riconosciuti come pari dai maghi, ma alla fine si erano ritrovati a combattere una guerra che non avrebbero mai vinto.