Tosca Tassorosso era partita da Hogwarts da sola, in cerca di piante esotiche da raccogliere e studiare. Sebbene a Hogwarts fosse ancora presto per definire un programma di insegnamento strutturato, la giovane Tosca sentiva di poter contribuire con le sue conoscenze botaniche. Non c’erano ancora insegnanti specifici per la materia, ma la sua passione per la magia delle piante e la voglia di scoprire nuovi esemplari la spingevano lontano dal castello.
Iniziò il viaggio, attraversando foreste dense e vallate selvagge, decisa a scoprire esemplari che potessero arricchire la magia di Hogwarts, un giorno. Ma durante il cammino, si imbatté in un luogo che mai avrebbe immaginato: una valle dove le grida di dolore e rabbia riempivano l’aria. Sotto di lei, il terreno tremava per l’impatto di incantesimi, e il fumo scuro che saliva nell’aria segnalava una guerra in corso.
Due fazioni magiche, ciascuna convinta della propria giusta causa, erano in un conflitto senza fine. Tosca si fermò, indecisa per un momento. Non poteva ignorare ciò che stava accadendo, ma non voleva nemmeno impantanarsi in una battaglia che non le apparteneva. Eppure, non riusciva a stare a guardare. Con determinazione, si avvicinò al campo di battaglia, dove il rumore degli incantesimi e dei combattimenti sembrava non finire mai.
Decise di intervenire, ma non con la violenza. La sua forza stava nella calma e nella sua capacità di curare. Tirò fuori la sua bacchetta e, con un movimento rapido, cominciò a curare i feriti, facendo crescere piante curative e utilizzando pozioni che sapeva avrebbero lenito il dolore. Mentre si piegava su un mago con una ferita alla gamba, sentì una presenza accanto a sé. Un frate corpulento, dall’aspetto gentile ma determinato, si avvicinò, senza una bacchetta in mano, ma con un atteggiamento che sembrava sapere come affrontare anche la sofferenza.
“Non è il mio posto qui,” disse l'uomo, guardando il campo di battaglia con occhi rattristati. “Ma non posso restare a guardare.”
“Ti capisco,” rispose Tosca, continuando a lavorare. “Non possiamo restare indifferenti quando la sofferenza è così visibile.”
Il frate annuì, senza rispondere, e cominciò a mettere ordine tra i feriti, offrendo acqua e supporto ai combattenti. La sua calma in mezzo alla furia della guerra sembrava quasi irreale, come se, al di là di quella battaglia, avesse un compito più grande da svolgere.
Dopo aver curato diversi feriti, Tosca si avvicinò a uno dei leader delle fazioni. Non voleva la violenza, ma sentiva di dover parlare con loro. “Fermatevi,” disse, il suo tono calmo ma fermo, eppure incredibilmente potente. “Non avete bisogno di distruggere per ottenere ciò che volete. La magia non è fatta per la guerra. La magia è fatta per curare, per creare. Non è troppo tardi per scegliere un altro percorso.”
Uno dei maghi si voltò verso di lei, sorpreso. “Tu cosa puoi sapere della guerra? Sei solo una ragazza che si nasconde dietro la sua bacchetta!”
“Non è la bacchetta che conta,” rispose Tosca con tranquillità. “Sono le scelte che facciamo, e come scegliamo di usare ciò che ci è stato dato. Potete fermare questa guerra, ma solo se smettete di combattere.”
Nonostante le sue parole forti, il conflitto non si fermò immediatamente. Le fazioni si guardarono l’una con sospetto, incapaci di mollare la presa sul terreno tanto conteso. Tosca si sentì impotente per un momento, ma si rivolse al frate che aveva incontrato poco prima.
“Non è mai troppo tardi per cambiare,” disse, guardandolo negli occhi. “Vieni con me. A Hogwarts, puoi trovare una casa. Non importa da dove vieni, ma dove decidi di andare. Hogwarts è un posto dove tutti possono essere se stessi, senza paura.”
Peter rimase in silenzio per un momento, come se stesse riflettendo sulle sue parole. “Io… sono solo un frate. Non ho nulla a che fare con la magia.”
“Ma sei un mago,” rispose Tosca, sorridendo. “Non importa quello che hai fatto prima. A Hogwarts troverai un posto dove puoi essere chi sei, senza nascondere più nulla.”
Non riuscì a convincerlo in quel momento, ma le sue parole risuonavano nel cuore del frate. Tosca si voltò, pronta a lasciare il campo, e mentre si allontanava, vide che i maghi delle due fazioni non avevano cessato di combattere, ma qualcosa in loro era cambiato. I semi del dubbio erano stati piantati.
Quando Tosca se ne andò, la guerra continuava. Ma con ogni passo che dava lontano dal campo, sapeva che le sue parole avrebbero avuto un effetto. Le due fazioni, in qualche modo, avrebbero capito che la vera forza non stava nella lotta, ma nel potere di fermarsi e riflettere.